Sebbene questa citazione dell'autrice americana di inizio '900 sia pensata al dessert in senso tradizionale, negli ultimi anni la tendenza della grande cucina è stata quella di reinterpretare liberamente questa provocazione.
Abbiamo visto comparire il gelato accanto a primi e secondi, magari in versione salata, magari mantecato al momento, o magari semplicemente in contrasto con gli altri ingredienti del piatto.
Le granite d'altronde, hanno iniziato a diventare basi per altri piatti, accompagnamenti non più solo ornamentali ma significativi, dalla granita di lime e peperoncino per accompagnare le ostriche, a quelle di pomodori o barbabietola.
Secondo i dati emersi dall’Osservatorio SIGEP 2020, le mode gastronomiche più trascinanti dell’estate riguarderanno proprio gelati e granite, che nella versione più posh si annunciano vegan friendly, segno della crescente sensibilità alle mutate esigenze alimentari.
Il mercato del gelato artigianale del resto è in espansione in tutto il mondo ed è un simbolo della cultura, della creatività dei maestri gelatieri e di un’intera filiera che arriva a esportare anche il 90% della sua produzione.
In realtà quello che sta diventando oggi il gelato è qualcosa di incredibilmente innovativo rispetto alla sua versione tradizionale, pur senza tradirne le radici.
Già, ma si fa presto a dire gelato.
Tutti i modi di declinarlo
Declinato in tantissimi modi, può essere salato, vegano, crudista, gourmet.
Viene servito nei modi più bizzarri ed è corteggiatissimo dai professionisti della gastronomia di alto livello che su di lui hanno gli occhi puntati ormai da tempo, per tutte le possibili trasformazioni e riedizioni che si presta a subire.
Gelato strano? Sì, ma non a tutti i costi
Il gelato gourmet non deve essere necessariamente strano, agli asparagi o crudista: talvolta per definirlo d’autore sono sufficienti le materie prime, le creme dalla mantecatura esemplare, la frutta rigorosamente di stagione, la temperatura e il modo di servirlo (sembra anche meno freddo), e soprattutto un mestiere solido alle spalle che quasi diventa un’arte.
Last but not least c’è quello internazionalizzato, come l’ice cream che si può trovare a Londra o a New York, in posti dove la tradizione portata dagli chef made in Italy si mescola alla voglia di sperimentare e contaminare, miscelando miele, rosmarino, scorza d’arancia, basilico, peperoncino e caramello salato al burro d’arachidi americano.
La certezza per questi ingredienti di non avere più ruoli statici nelle cucine, ha portato i produttori come Mondial Framec a reinventare il proprio catalogo, personalizzando le richieste dei propri clienti e andando incontro alle loro esigenze in continuo mutamento.
Come la gamma Dolce Vita che, unendo un design italiano all'eleganza vintage, ha saputo reinventarsi come i prodotti che contiene: non più un semplice conservatore gelato, ma un vero e proprio elemento di arredo e un'interessante aiuto alla vendita.